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Ciclo vs mestruazioni. Qual è la differenza?

di Eleonora Felisatti, Ostetrica


Quante di noi hanno chiamato o sentito chiamare con la parola “ciclo” le mestruazioni, almeno una volta nella vita? Direi che non si salva nessuno…

È un errore comune. Tuttavia, il ciclo mestruale non rappresenta il periodo di sanguinamento, ma il lasso di tempo che intercorre fra l’inizio di una mestruazione e l’inizio di quella successiva.

Con questo articolo cercheremo quindi di approfondire meglio le diverse fasi del ciclo mestruale, così da comprendere il funzionamento della ciclicità femminile in età fertile e, perché no, di non incappare più in errori terminologici.

La Ciclicità

Per tutto il periodo fertile della vita, che va dal menarca (la prima mestruazione) alla menopausa (definibile dopo 1 anno dall’assenza dell’ultima mestruazione), le donne fanno esperienza di una ciclicità, che interessa in primis ovaie, tube e utero ma anche altri distretti corporei. Oltre ad ovulazione e mestruazione, possono verificarsi cambiamenti a livello del seno, della qualità della pelle, della regolarità intestinale, della frequenza del battito cardiaco, della temperatura basale, dell’appetito, dell’umore ecc..

Esistono infatti meccanismi ormonali che regolano tale ciclicità. Si parte dalla produzione ipotalamica di GnRH, l’ormone di rilascio delle gonadotropine; si passa poi all’ipofisi con la produzione di FSH, ormone follicolo stimolante, e LH, ormone luteinizzante; si arriva infine alle ovaie, con la produzione di ormoni estrogeni e progestinici. Tutto questo genera quindi il ciclo mestruale che cercheremo ora insieme di analizzare prendendo in considerazione le modificazioni dell’ovaio e dell’utero.

Ciclo ovarico

Il ciclo ovario ha inizio alla pubertà, insieme al verificarsi del gonadarca, ovvero la riattivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi -ovaio, che rimane quiescente nell’infanzia. Esso può essere suddiviso in 3 fasi:

-Fase follicolare, in cui si verifica la maturazione del follicolo

-Fase ovulatoria, in cui avviene l’ovulazione

-Fase luteale, in cui si forma, funziona e regredisce il corpo luteo

Fase follicolare

La fase follicolare inizia con il 1° giorno di mestruazione e termina, in un ciclo fisiologico di 28 giorni, intorno al 14° giorno.

Durante questa fase, grazie alla produzione ipotalamica di GnRH, l’ipofisi rilascia modeste quantità di LH ed FSH. L’ormone follicolo stimolante (FSH) è responsabile della crescita di alcuni follicoli che produrranno estrogeni; fra i follicoli quello di maggior dimensioni e perciò dominante (follicolo di Graaf) inibisce l’ulteriore crescita di altri follicoli, si ingrossa, si riempie di LH recettori e di liquido e continua a secernere quantità sempre maggiori di estrogeni, inducendo quindi l’ipofisi a produrre elevate quantità di LH e FSH

Fase ovulatoria

Il picco preovulatorio di estrogeni e di LH inducono l’ovulazione intorno al 14° giorno. Il follicolo si rompe e avviene l’espulsione dell’ovulo maturo all’interno della cavità addominale, dove verrà captato dalle tube che lo renderanno disponibile per la fecondazione. Al termine dell’ovulazione, FSH e LH si riducono drasticamente, lasciando spazio alla produzione di progesterone da parte del corpo luteo, ovvero ciò che rimane del follicolo dominante.

Fase luteale

La fase luteale, che copre quindi quel lasso di tempo dall’ovulazione alla mestruazione, è dominata dal progesterone, che raggiunge il suo picco circa 7 giorni dopo l’ovulazione.

Se è avvenuta la fecondazione, questa fase viene sostenuta dalla gonadotropina corionica (hCG) che trasforma il corpo luteo in corpo luteo gravidico. Al contrario, in assenza di concepimento, la mancanza di tale ormone induce il deterioramento del corpo luteo che smette di produrre progesterone e si trasforma di corpo albicante. La mancanza di progesterone sarà poi causa dell’inizio delle mestruazioni e di un nuovo ciclo.

Ciclo uterino

Anche l’utero subisce modificazioni e questo avviene poiché l’endometrio, ovvero il suo tessuto più interno, è dinamico e responsivo alle variazioni ormonali di estrogeni e progesterone. Le fasi sono le seguenti:

-Fase mestruale

-Fase proliferativa

-Fase secretiva

Fase mestruale

Tale fase ha inizio con il primo giorno di mestruazione e ha una durata di circa 4-5 giorni. La regressione del corpo luteo, generata a sua volta dalla riduzione di progesterone, dà inizio ad un processo infiammatorio responsabile dello sfaldamento e dell’espulsione dalla cavità uterina di tessuto endometriale e sangue.

Fase proliferativa

La proliferazione endometriale, che va dal 5°-6° giorno di ciclo fino al 14°, è estrogeno-dipendente. I crescenti livelli di estrogeni stimolano la mucosa endometriale a ripararsi, a crescere di spessore e ad arricchirsi di vasi sanguigni e ghiandole per rendere l’ambiente ospitale in visione di un possibile concepimento.

Fase secretiva

È la fase post ovulatoria, che va dal 14° al 28° giorno, e perciò progesterone-dipendente. L’endometrio diventa sempre più spesso, ricco di ghiandole e vasi e, in caso di concepimento, mantiene il suo spessore e anzi si modifica per favore il processo di impianto e placentazione; se tuttavia ciò non avviene, il calo ormonale rende l’utero incapace di conservare tali dimensioni, e avviene quindi il suo sfaldamento attraverso la mestruazione.

Cervice

Vi è un ultimo parametro da prendere in considerazione circa le modificazioni uterine, poiché l’utero aggetta in vagina tramite la cervice. Essa produce un muco che varia in base alle diverse fasi ormonali.

Gli estrogeni stimolano la produzione di muco e ne aumentano la quantità di acqua, permettendo quindi al muco di diventare trasparente, filante ed elastico. Questo muco, presente in massima quantità prima dell’ovulazione, favorisce il viaggio degli spermatozoi. Una volta terminata l’ovulazione, il progesterone rende il muco più denso, appiccicoso ed opaco, ostile quindi agli spermatozoi.

Ecco quindi spiegato brevemente e, si spera, semplicemente quello che avviene a livello di utero e ovaie durante un breve ma complesso mese. È doveroso concludere sottolineando che le fasi prese in esame rappresentano la fisiologia della ciclicità; questo articolo vuole infatti essere motivo di approfondimento e conoscenza di sé e, perché no, spunto per ulteriori approfondimenti se si dovesse riconoscere che qualcosa, all’interno della propria ciclicità, funziona tanto diversamente.

BIBLIOGRAFIA

Bolis G; Manuale di ginecologia e ostetricia II edizione, 2017, EdiSES S.r.l, Napoli