Cos’è davvero lo squirting?
di Claudio Morandini, Fisioterapista
La definizione più comune di squirting è: “emissione di liquidi dalla vulva durante l’orgasmo o una stimolazione sessuale intensa”. Questa definizione circola da molto ed è una pratica più antica di quello che si sarebbe portati a pensare.
Piccola storia dell’eiaculazione femminile
In Asia l’eiaculazione femminile è citata già in diversi scritti Taoisti fin dal quarto secolo, in poemi del settimo secolo e successivi in India e viene descritto addirittura insieme al Gräfenberg spot (G-spot) nella maggior parte dei testi del Kāmaśāstra.
In Occidente questa nozione è arrivata ancora prima: l’emissione di fluidi sessuali femminili è citata nel 300A.C. da Aristotele e nel secondo secolo da Galeno.
La prima descrizione scientifica di questo fenomeno invece avviene nel sedicesimo secolo a opera di Reinjier De Graaf: lui è anche stato il primo a parlare delle ghiandole periuretrali come della prostata femminile e ad attribuire loro la fonte dell’eiaculazione.
Questo concetto ha poi percorso i secoli fino al 1952 quando Ernst Gräfenberg descrive il ruolo dell’uretra nell’orgasmo femminile e a quel punto che viene comunemente chiamato “G” in suo onore.
Ma se questo fenomeno è così vastamente riconosciuto da fonti così disparate e in epoche diverse perché esiste ancora dibattito sulla sua natura?
Perché ci sono tante discrepanze
Gli studi che cercano di comprendere ad esempio quanto questo fluidi siano comuni hanno forti discrepanze: alcuni dichiarano che si presentino nel 10% dei casi, altri che arrivino fino al 54%.
Alcuni descrivono l’origine nelle ghiandole uretrali, altri nella vescica. Alcuni addirittura nella vulva.
Questa confusione è dovuta ad un semplice fatto: si è sempre parlato di squirting, ma per descrivere 4 fenomeni completamente diversi.
Le femmine espellono svariate tipologie di fluidi durante l’attività sessuale, questi possono essere manifestazione di eccitazione e orgasmo, ma anche di incontinenza.
Nella maggior parte dei casi questi fluidi vengono messi sotto il cappello dell’eiaculazione femminile nel tentativo di creare un analogo di quella maschile, ma ci sono discrepanze: ad esempio la quantità di liquido emesso che varia a seconda dello studio tra gli 0,3 ml e i 900 ml.
La ricerca passata attribuiva alle ghiandole parauretrali di Skene (la prostata femminile) la fonte di queste espulsioni ma la capacità massima di queste ghiandole si aggira intorno ai 5 ml e quindi non possono essere responsabili per quasi un litro di liquido.
Quindi le emissioni di piccoli volumi nell’ordine di pochi millilitri possono originare dalle ghiandole di Skene, dalle ghiandole di Bartolini e dalla vagina, ma le emissioni superiori a 10 ml devono provenire da un’altra fonte.
La lubrificazione vaginale ad esempio è la fisiologica secrezione di filtrato plasmatico dalla parete della mucosa vaginale in risposta allo stimolo eccitatorio. Il corpo ne produce all’incirca 6 ml al giorno, durante la stimolazione sessuale si arriva a produrne mediamente 0,7 ml ogni 15 minuti. Durante le contrazioni della vagina questo liquido può essere spinto fuori e scambiato per eiaculazione femminile.
Come avviene la “vera” eiaculazione femminile
Ma la “vera” eiaculazione femminile invece è la secrezione durante l’orgasmo di pochissimi millilitri di fluido lattiginoso dalla prostata femminile: le ghiandole parauretrali di Skene.
Siamo ancora molto confusi sull’incidenza di questo organo nella popolazione, alcuni studi dicono che si trovi in una donna su due, altri in due terzi della popolazione femminile, altri ancora sei volte su sette, alcune femmine sembrano esserne sprovviste e quindi incapaci di eiaculare.
Le ghiandole di Skene intorno all’uretra sono svariate e molto diverse da un individuo all’altro, tutte scaricano il loro contenuto nell’uretra. Pesano tra i 2.5 e i 5 grammi, molto più piccole della prostata maschile che si aggira intorno ai 25 grammi e in proporzione producono anche meno liquido.
Il ruolo della prostata femminile è incerto ma alcuni studi ritengono possa avere un ruolo antimicrobico e protettivo contro le infezioni urinarie.
Di cos’è fatto lo squirting
Lo squirting invece è l’involontaria espulsione di decine di millilitri di urina durante la stimolazione sessuale, non è necessariamente legata all’orgasmo e può essere ripetuta più volte.
Si, lo squirting è pipì. Non c’è nulla di male. L’urina è un fluido sterile e non dannoso.
Fino a poco tempo fa la maggior parte delle emissioni orgasmiche venivano erroneamente etichettate come eiaculazione femminile. La composizione è variabile, può essere identica all’urina o una sua forma diluita. Il volume di questi schizzi varia solitamente tra i 15 e i 110 ml con una mediana di 60 e una persona può squirtare svariate volte di seguito fino a più di mezzo litro di urina il cui colore è solitamente trasparente come acqua.
In entrambi i sessi durante l’eccitazione sessuale per via degli aumenti di pressione sanguigna e ritmo cardiaco che stimolano i reni la vescica si riempie più velocemente e di urina meno concentrata da qui aspetto odore e sapore differenti, ma non è diversa dalla variazione che si avrebbe ad esempio facendo jogging.
Il fluido può essere poi contaminato durante la fuoriuscita dalle secrezioni della prostata femminile e quindi contenere piccole concentrazioni di PSA (antigene prostatico).
Qual è la differenza tra squirting e incontinenza coitale
Lo squirting avviene volontariamente tramite un percorso di stimolazione del complesso clito-uretro-vaginale e solitamente è visto come un fenomeno positivo e arricchente nella propria vita sessuale.
Spesso la rappresentazione che se ne da nel porno confonde le idee.
L’incontinenza coitale invece è una perdita involontaria di urina durante l’atto sessuale e può essere suddivisa in forma penetrativa o orgasmica. Tra le femmine con incontinenza urinaria l’incontinenza coitale compare tra il 10 e il 67% dei casi, ed è particolarmente presente nei casi di incontinenza urinaria da stress mentre nelle incontinenze da iperattività dei detrusori vescicali sembra essere meno frequente.
La fuoriuscita di urina per incontinenza coitale avviene in maniera involontaria e senza sensazioni positive, a volte senza che la persona se ne accorga se non per la sensazione di bagnato. Questa espulsione è segno di disfunzioni muscolari o neurologiche, spesso è causa di disagio e ostacola la qualità della vita sessuale e necessita di riabilitazione, ma può essere risolta nella maggior parte dei casi.