Cos’è l’asessualità, l’orientamento dimenticato
di Laura Galbiati, psicoterapeuta e sessuologa
Asessualità. Quanti di voi hanno mai sentito questo termine, o ne hanno comunque sentito parlare? Quanti sanno cosa significa?
L’asessualità è un “costrutto” relativamente recente, il termine è stato introdotto e si è diffuso solo negli ultimi anni. Spesso, nell’immaginario collettivo, l’asessualità viene confusa con il disturbo del desiderio, o con la castità e l’astinenza dal sesso. Non è esattamente così.
Quindi: procediamo a fare un po’ di chiarezza.
Cos’è l’asessualità?
Nell’asessualità si riscontra una mancanza di attrazione sessuale verso gli altri di natura disposizionale, che si mantiene stabile nel tempo e che non è quindi dovuta a traumi, squilibri ormonali, periodi di vita stressanti, eccetera. Viene considerata infatti una categoria di orientamento sessuale.
Questa è una differenza sostanziale con il disturbo del desiderio ipoattivo, che si verifica invece in determinati periodi della vita, è di natura transitoria ed è legato ad una o più cause di natura fisiologica, psicologica o relazionale.
Ancora, nelle persone asessuali, la mancanza di desiderio sessuale non rappresenta un problema, non provoca sofferenza e non vengono quindi cercate delle soluzioni. Cosa che invece osserviamo nel disturbo del desiderio ipoattivo, che provoca generalmente sofferenza e disagio e spinge le persone a ricercare delle soluzioni in grado di risolvere il problema.
Importante sottolineare che, benché le persone asessuali non abbiano attrazione sessuale verso gli altri, possono presentare altresì delle pulsioni e dei desideri di natura sessuale, e posso quindi praticare autoerotismo. Potremmo dire, per capirci meglio, che è assente il desiderio sessuale verso le altre persone, ma non il desiderio (e le pulsioni) in sé.
Sottolineiamo che anche le risposte fisiologiche legate all’eccitazione sessuale (erezione e lubrificazione vaginale) funzionano bene, non si riscontrano cioè specifiche problematiche o disturbi sessuali correlati.
Asessualità e autoerotismo
Entrando maggiormente nel dettaglio, da alcune ricerche svolte tra gli anni 2010 e 2013 (Brotto et al, 2010; Bogaert 2013) emerge che una percentuale significativa di coloro che si definiscono asessuali praticano autoerotismo ma non in modo sessuale (cioè per una finalità di benessere generale del corpo e non legato al piacere in sé). Inoltre, nelle loro fantasie sessuali non sono presenti loro stessi impegnati in attività sessuali, ma vi è piuttosto un desiderio sessuale “generico” e non orientato verso gli altri.
L’asessualità e tutte le sue sfumature
All’interno dell’orientamento dell’asessualità, esistono molteplici varianti, oltre alle persone che si posizionano qui pur essendo ancora incerte.
Per capire meglio, risulta utile distinguere l’attrazione sessuale, che abbiamo visto essere assente verso gli altri nelle persone asessuali, dall’attrazione romantica e affettiva, che può invece essere presente e spingere le persone asessuali ad impegnarsi in una relazione sentimentale con un partner, anche a lungo termine.
L’attrazione affettiva può essere rivolta sia in maniera eterosessuale che omosessuale, o bisessuale. Si parlerà quindi rispettivamente di asessuale eteroromantico, asessuale omoromantico o asessuale biromantico.
I demisessuali invece sono coloro che, pur definendosi asessuali, posso comunque esperire attrazione sessuale verso gli altri, ma solo in presenza di un forte legame emotivo/affettivo.
Per concludere
Riassumendo, nonostante l’asessualità sia un orientamento ancora poco conosciuto, è fondamentale che non venga etichettata come un problema o come un disturbo sessuale, ma che venga riconosciuta e accettata come una caratteristica disposizionale dell’individuo.
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