
Falsi miti sul sesso da sfatare – Parte 2
di Laura Galbiati, psicoterapeuta e sessuologa
Nello scorso articolo, abbiamo visto alcuni dei numerosi miti e luoghi comuni inerenti al tema della sessualità e abbiamo cercato di sfatarli. Come vi dicevo, ne esistono molti altri. Proseguiamo quindi oggi il nostro viaggio alla scoperta di altre leggende metropolitane e cerchiamo, nuovamente, di metterle in discussione e fare chiarezza
Esiste una frequenza giusta e “normale” di rapporti sessuali all’interno della coppia
Non è così. Ogni coppia è un universo a sé e non esistono regole sulla frequenza ideale o corretta di rapporti sessuali che bisogna avere. Esistono coppie che fanno sesso tutti i giorni, altre che lo fanno una volta al mese e via dicendo. Nulla di tutto ciò è anormale o rappresenta un problema. A meno che, ovviamente, non lo sia per uno dei due partner. Se per esempio, un partner volesse fare sesso quasi tutte le sere mentre l’altro una volta ogni due settimane, queste differenti esigenze potrebbero causare delle difficoltà all’interno della coppia.
Non ci si deve masturbare
Intorno alla masturbazione ruotano, purtroppo, svariate dicerie e credenze erronee, soprattutto in merito a quella femminile che, ancora oggi, viene considerata tabù molto più di quella maschile. Iniziamo invece sottolineando che la masturbazione riveste un ruolo molto importante nello sviluppo psicosessuale. Infatti, è così che l’adolescente (e ancora prima il/la bambino/a, in cui però la masturbazione non ha una connotazione erotica) impara a conoscere il proprio corpo e i propri genitali.
È attraverso la masturbazione – o autoerotismo – che possiamo esplorare il nostro corpo, imparare a conoscerlo e prendere confidenza, sperimentare; imparando e scoprendo conseguentemente ciò che ci piace e non ci piace, come e dove vogliamo essere toccati, con quale intensità, quali sono le zone erogene che privilegiamo. Questo è fondamentale perché consente, quando ci si ritroverà in coppia, di trasmettere al partner questo “bagaglio di conoscenze” che abbiamo acquisito nel corso del tempo.
Non si deve parlare di sesso o di sessualità con i figli, altrimenti mettiamo loro in mente idee strane
Niente di più sbagliato. L’educazione sessuale va di pari passo con l’educazione affettiva, e non è mai troppo presto per iniziare, in famiglia così come all’interno delle scuole. I bambini sono curiosi e spesso, già in età prescolare possono iniziare a fare svariate domande (per esempio sul perché mamma e papà si baciano sulla bocca, o su come nascono i bambini, o sui differenti organi genitali di maschi e femmine ecce cc). Sarebbe sbagliato evitare di rispondere perché: “sei troppo piccolo, capirai più avanti”.
Spesso questo evitamento rappresenta una difficoltà del genitore che si sente in imbarazzo, o non sa come affrontare certe tematiche. Tenendo in considerazione l’età del bambino, cerchiamo invece di rispondere alle loro domande spiegando le cose con sincerità, semplicità e chiarezza, senza inventare storie fantasiose o bugie, che confondono loro le idee.
Se sono poco interessato al sesso, significa che ho qualcosa che non va
Falso. Il maggior o minor interesse verso il sesso può essere molto soggettivo. Gli uomini hanno un maggior livello di testosterone, che è l’ormone legato al desiderio sessuale. Generalmente, quindi, tendono ad avere un desiderio/interesse più alto rispetto alle donne. Ma neanche questa regola è universalmente vera. È possibile, infatti, trovare donne che presentano un maggior desiderio o interesse verso il sesso rispetto ad alcuni uomini. Anche all’interno dello stesso sesso esistono differenze rilevanti. Questo sia per motivi fisiologici (es. livello dei vari ormoni collegati alla sessualità) che per molteplici fattori ambientali o psicologici.